giovedì 8 settembre 2011

Incontri al parco: il toto-razza.



- Che bello, è un Husky? (Indovinate chi se ne è uscita con: "Ma l'hanno imbrogliata! Non lo sa che gli Husky devono avere gli occhi diversi???" Ma sì! Certo! Lei!)

- Ma che bel cagnolino! Cos'è, un volpino?

- Uhhh, ma che ammmmore! E' un Siberiano?

- Guarda tesoro, guarda che bel cane lupo rosso ha quella ragazza!

- Ma dai! Uno chow chow! Ma ha la lingua viola? Tira fuori la lingua tesorino! (Immaginate un Akita, anche cucciolo, cui viene chiesto di tirar fuori la lingua... ecco.)

- Ma è un cane del nord? (Sì, un cane padano. Infatti il pelo rosso è un bel problema...)

- Non vedi? E' un incrocio tra un lupo e un cane rosso!

- Ma come si chiama… sì dai, la conosco questa razza. E' quello di Richard Gere, dai! Sì, un ACITO!

E ogni volta vai a spiegare che no, non è un caneluporossochowchowsiberianhuskyvolpinoechipiùnehapiùnemetta, bensì un Akita. Ti guardano male, a volte anche schifati. Una, addirittura, mi ha chiesto se sono sicura che esista la razza "Akita" (indovinate chi... va be', che ve lo chiedo a fare ormai).

Finora solo una signora l'ha identificato al volo. E senza far riferimenti a film vari. Inutile dire che l'avrei abbracciata.

mercoledì 7 settembre 2011

Imparare giocando. I comandi base: seduto.






Quanti giorni sono passati dall’ultimo post e quante novità!
Anzitutto… abbiamo fatto il bagnetto! Oddio, bagnetto, una doccia nel lavandino della lavanderia che è l’unico abbastanza grande per contenere 12 Kg di simpatia, visto che di mettere Argo nella nostra vasca da bagno non se ne parla nemmeno. E’ un amore, gli vogliamo un mondo di bene, ma è pur sempre una bestiola.
Quindi, per questa volta ci siamo arrangiati così, le prossime volte… tanta fortuna. Mi sa che dovremo affidarci a un centro specializzato, anche se sono parecchio restia. Ci portavamo Matisse (il micio persiano cresciuto con me), ma i toelettatori avevano la pessima abitudine di fargli entrare l’acqua nelle orecchie. Si lamentava per una settimana almeno.
Quindi no.
Rimane da scoprire se, qui in zona (Varese), esiste un centro di lavaggio self-service (sì, tipo autolavaggio) in cui ai sedicenti padroni vengono forniti i mezzi con cui arrangiarsi da soli.
Chissà chissà. Se ci sono suggerimenti li accetto volentieri.

Argo è stato meraviglioso. Ha dormito. Sì, capito bene: dormito. Sarà stato lo shampoo rilassante (valeriana e lavanda), sarà che gli piace essere manipolato e curato, boh. Se l’è goduta un mondo. Presto le foto.

Oggi, comunque, iniziamo una nuova rubrica e passiamo dalla teoria alla pratica: come insegnare ai vostri cucciolotti i comandi base.
Non avendo mai avuto un cane e trovandomi con un Akita, lasciatemelo dire, sono partita in svantaggio. O almeno, così volevano farmi credere.
In realtà tutti i cuccioli, chi più chi meno (Akitini compresi), smaniano per avere la nostra approvazione (e il bocconcino offerto per premietto, sì, diciamo le cose come stanno), il che rappresenta il terreno ideale su cui coltivare le buone maniere.

Ecco dunque, senza ulteriori indugi, le descrizioni passo passo del primo comando che ho insegnato ad Argo:

Seduto

1) Procuratevi un bocconcino appetitoso. Vanno bene anche un paio di normali croccantini, spesso io uso quelli omaggio che ci rifilano dal veterinario o nei negozi di animali. Di solito, però, il premietto di Argo è costituito da biscotti per cani o croste di parmigiano (senza esagerare, servono a “farsi i denti” e sono una discreta fonte di calcio). Mai e dico mai dare ai vostri amici pelosi i biscotti con cui siete soliti fare colazione o merenda o simili (a meno che non vi piacciano i biscotti per cani, ovviamente. De gustibus...). Mai. Soprattutto se contengono cioccolato. MAI (indovinate chi distribuisce biscotti con le gocce di cioccolato al parco, ogni sera? Ma sì, Lei! La padrona di Pallino!)

2) Recuperate il vostro cucciolo dalla tana che sta scavando in giardino (se è un Jack Russel), dal gregge, o dai bambini, che sta cercando di radunare (se è un Border Collie), dalla pozzanghera in cui sta sguazzando (se è un Labrador) oppure, se come nel mio caso si tratta di un Akita, procuratevi una gru per staccarlo dal pavimento su cui sta schiacciando uno dei suoi lunghi, lunghissimi pisolini.

Fatto? Bene.
Se siete proprietari di Jack Russel, Border Collie o Akita (o altre razze non citate) passate al punto 3. Se, invece, siete i fortunati capi di un Labrador Retriever o di un Golden Retriever andate a farvi una doccia per liberarvi del fango che la bestiola, scrollandosi, vi ha lanciato addosso.

3) Posizionatevi di fronte alla vostra palla di pelo. Tenete il premietto in alto, bene in vista tra pollice e indice, e dite “ssseduto” (esatto, con tutte e tre le “s”) mettendo il bocconcino sopra il naso del cucciolo. Magari mettetevi d’accordo prima con gli altri componenti della famiglia: se uno dice “seduto”, l’altro “giù”, un altro ancora “sitz!” è molto, molto probabile che il cucciolo vi guardi smarrito e non esegua il comando (se il cucciolo è un Akita, invece, è probabilissimo, che i suoi meravigliosi occhioni scuri formulino una domanda tipo macheccavolovuolestoquicheiodormivocosìbene? e vi lasci lì con un palmo di naso).

4) Se il piccoletto non esegue, spostate il premietto all’indietro, sempre tenendolo sopra alla sua testolina pelosa. E’ quasi certo che, per non perderlo di vista ,si sposti indietro sedendosi in automatico.

5) Quando, finalmente, si siede, lodatelo con entusiasmo e, subito dopo, dategli il croccantino (meglio porgerlo dal palmo della mano per evitare morsichini dettati dall’entusiasmo che, almeno in questa primissima fase, sono ancora accettati).

Ripetete l’esercizio (in sessioni brevi, altrimenti i pelosini si scocciano) finché il comando non sarà stato bene assimilato. E togliete il premio (ma continuate con le lodi).
Personalmente, consiglio di usare questo comando anche al momento della pappa. Sedersi deve equivalere, per il cucciolo, al nostro “per favore”. Senza contare che il cibo è una gentile concessione del capo branco (che, almeno in teoria, sareste voi) e nulla è dovuto. Discorso crudele? Sì, ok. Riparliamone quando avrete una bestiola di 50 Kg che vi salta addosso per agguantare la ciotola e vi ringhia contro se provate anche solo a passargli accanto mentre divora la preda.

Vedrete che ben presto il “seduto” diventerà una buona abitudine che verrà automatica al cucciolo sia nei momenti di attesa sia quando vuole chiedervi qualcosa.

Di seguito un filmatino dimostrativo fatto stamattina (perdonate la scarsa qualità, ma è fatto col cellulare e io non ho quella che si dice una mano ferma), con Argo che esegue il comando “seduto” (senza bocconcino o indicazioni varie con le mani, che ormai gli viene naturale).

Da notare che al mio “vieni” lui inizia a grattarsi e a farsi i cavolacci suoi in perfetto Akita Style ® .
C’è chi lo giustificherebbe dicendo che: venivamo da una seduta di allenamento lunghetta (oggi abbiamo finalmente imparato a “dare la zampa”, esercizio finora trascurato), quindi era un po’ stanco.
Ma in realtà: è un Akita. Ben sapendo che lo chiamavo per capriccio e non per necessità (e che, tra l’altro, non avevo nemmeno un biscottino da dargli per premiare il disturbo), diciamo che, capriccio mio per capriccio suo, se l’è presa comoda (infatti c’è un brevissimo stacco: ho aspettato che finisse di grattarsi, santa pazienza).

Enjoy e... alla prossima!


mercoledì 24 agosto 2011

Al parco: incontri ravvicinati del terzo tipo.

 
- Comunque, secondo me, dovrebbe lasciarlo libero. E' una crudeltà tenerlo al guinzaglio.

- Signora, è un cucciolo di nemmeno 3 mesi. Ed è un Akita. Se lo lascio libero e si mette a giocare, col cavolo che lo riprendo più. Figuriamoci poi se incontra qualcuno che non gli piace e inizia a ringhiare. O se un altro cane lo provoca. Non è il caso.

- Perché? E' stupido e non capisce i richiami? In effetti non ha un musino molto sveglio.

- A dire il vero i richiami li capisce fin troppo bene, e ha imparato "seduto", "resta", "vieni", "terra" e "striscia" perfettamente in meno di una settimana, solo che se non gli va non li ascolta. Gli Akita sono famosi per non rispondere, in particolare, al comando "vieni/torna". E comunque è un cucciolo, se si mette a giocare non obbedisce per principio.

- Ah, va be'. Che peccato. Il mio piccolo, invece, è così intelligente! Mi sta sempre accanto e obbedisce sempre… PALLINO SMETTILA DI MANGIARE LA PUPU'!

- Sì, si vede proprio che è intelligente.

- Vede? Comunque è un peccato, il suo cane è tanto carino. Lo lasci libero, tanto i cani di piccola taglia sono facili da controllare… poi oh, se non se la sente… ognuno fa come vuole. PALLINO PIANTALA DI MONTARE LA CAGNOLINA!

- Signora, Argo ha 3 mesi ed è già il quadruplo del suo volpino di pomerania. Pesa 16 kg, arriverà come minimo a 45.

- Ma no. E' sicura?

- ...

- Comunque io proverei a lasciarlo… PALLINO, NON MONTARE LA GAMBA DELLA SIGNORA E SMETTILA DI LECCARE LA PIPI' DEGLI ALTRI CAGNOLINI! VIENI QUI!

- Che cagnolino adorabile. E poi la ascolta, ha proprio ragione. [Pallino, nel frattempo, si è messo ad annusare il sedere di una cagnolina proprio mentre lei sta facendo i suoi profumatissimi bisognini. Le sta proprio sotto.] Un'intelligenza rara, non c'è che dire.

- Vero? Comunque non vi capisco, a voi che tenete i cani legati al guinzaglio e che…

- Signora, ma lo sa che portare il cane libero quando non ci si trova in un'area cani è contrario alla normativa vigente?

- Ma no, non è vero.

- Sì sì, glielo garantisco. A voler essere proprio pignoli la legge prescrive l'obbligo di sacchetti per raccogliere le deiezioni, guinzaglio e museruola da applicare in caso di bisogno.

- Deiezioni? Va be', ma Pallino è così bello. E anche il suo. Secondo me non ci direbbero niente. Invece c'è un cane bianco, col muso lungo e la faccia cattiva…

- Un bull terrier.

- Sì, va be'. Quello è brutto. Se lo vedono in giro senza guinzaglio lo multano di sicuro, il padrone. Lo lascia sempre libero.

- Lo multerebbero perché il cane è brutto? Ma è anche aggressivo?

- No, se ne sta per i fatti suoi. Però è brutto. PALLINO NON BERE LA PIPI', SMETTILA! Lo guardi, com'è carino, lo guardi! Sa che mangia sul tavolo con me? Seduto vicino al mio piatto, pensi...

- Eh sì. Un amore. Così educato, poi. Be', noi andiamo. Vieni Argo, ciao Pallino!

Stasera Argo ha giocato con tutti i cani che abbiamo incontrato. Ha scodinzolato a tutti. Non ha ringhiato a nessuno.
In compenso ha montato un incrocio beagle-rotweiler. A 2 mesi e 29 giorni. Naturalmente ha solo mimato il gesto, ma… diciamo che inizia a mostrare il caratterino dominante con gli altri maschi.
Ma vedremo di migliorare anche in questo.

martedì 23 agosto 2011

Miracolo fu!


Ebbene sì, ce l'abbiamo fatta. Quella di stasera è stata la quarta uscita al parco (prima ci siamo limitati a brevi giri dell'isolato perché Argo non aveva fatto il richiamo maledetto) e, finalmente, contro ogni aspettativa, abbiamo fatto amicizia con altri due cani.

Le prime passeggiate sono state all'insegna del tira e molla (ogni cinque metri o giù di lì la forza di gravità aveva la meglio sul sedere di Argo che finiva irrimediabilmente sull'asfalto, tanto che iniziavo a pensare si trattasse di una qualche misteriosa legge fisica) e dell'aiuto capo! Un cane cattivo mi abbaia dal suo cancello! No, non me ne frega nulla se è un pinscher ed è grosso quanto una mia zampa, portami via da qui!, almeno fino a quando non si arrivava dentro al parco.
A quel punto Argo... abbaiava. Tra i denti, peraltro. E ringhiava. Qualsiasi cane vedesse... woooof! E indietreggiava. Gli altri cani, più che altro, lo guardavano interessati per i primi due secondi per poi mostrargli i deretani snobbandolo. E lui rimaneva lì. Da solo. Tutto su di giri.

Non nascondo che, la prima sera, sono tornata a casa piuttosto spaventata, della serie: OddioMiSonoPortataACasaUnCaneCheAggrediràTuttiPortateloViaVoglioUnLabrador! 
Lo sapevo che gli Akita sono diffidenti, tendenzialmente dominanti, scontrosi con gli altri maschi, però Argo non ha ancora tre mesi, è un cucciolotto. Ok la diffidenza, ma mostrare i denti mi sembrava un po' esagerato. E poi, diciamocela tutta, non ho mai creduto fino in fondo ai proprietari di Akita che ti raccontano che il loro cane non tollera assolutamente i suoi simili, ho sempre pensato che si trattasse di problemi di socializzazione, anche perché al massimo, visto il carattere, un Akita ti ignora. Ma non ti attacca. Non per primo. 
Perciò mi sono sempre ripromessa di far socializzare Argo fin da cucciolo, in modo da limitare, quantomeno, i lati negativi della sua indole. Un cucciolo vorrà giocare, mi dicevo. Se continuo a farlo socializzare non diventerà aggressivo.
Sì, ok... andatelo a dire al piccolo orso che ringhia come un ossesso a qualsiasi suo simile gli attraversi la strada.

Per farla breve, la seconda sera la storia s'è ripetuta. La terza ha iniziato a guardare con interesse due cani che giocavano. Due cani a cui lui, due minuti prima, aveva abbaiato tutto rissoso e che, per tutta risposta, l'avevano ignorato per andare a rincorrersi nell'erba.
Al che Argo s'è fermato. Li ha guardati. Ha guardato me e mio padre. Poi di nuovo loro, interessatissimo.
Non ha abbaiato al cane successivo. Si è avvicinato a quello dopo. Si è fatto annusare da due beagle.

E stasera... il miracolo: attraversiamo un parco e ci apprestiamo ad andare nell'altro (nel mio ridente paesello ce ne sono due), ma Argo si impunta. Non vuole uscire. Alzo lo sguardo ed eccoli, trotterellando di gran carriera, arrivano i due beagle di ieri, Maya e Snoopy.
Argo aspetta che arrivino e, neanche a dirlo, inizia ad abbaiare. Loro lo ignorano. Contrariato, tira un po' il guinzaglio per avvicinarsi a Maya. Lo lascio fare. I due si annusano e sua grazia, finalmente, si degna di muovere allegramente l'adorabile codina arricciata che madre natura gli ha donato. Una volta sola, eh, che vi pensate? Che lui è un Akita, ha una dignità da proteggere.
Almeno per altri dieci minuti. Sì, perché ha un certo punto non si sa perché, non si sa per come, s'è sbloccato e ha cominciato a corricchiare dietro a Maya. Faceva gli agguati, le saltava addosso. Ha provato a giocare anche con Snoopy, ma non ha riscosso molto successo visto che è stato bellamente ignorato. Ma non importa, a lui andava bene così.
E anche a me.
Ha leccato le mani della proprietaria dei beagle, si è fatto accarezzare da un bambino (a dirla tutta ha anche abbaiato per tutto il tempo al padre del suddetto bambino, ma nella vita non si può avere tutto), ha annusato, tutto interessato, un Jack Russell. E, udite udite, ha fatto pipì nell'erba del parco (fare pipì è segno di tranquillità, significa che il cucciolo è a proprio agio, infatti prima di oggi si era lasciato andare solo sull'asfalto e perché, si vedeva, non ce la faceva proprio più a tenerla).
Nella mia testa, intanto, un coro di angeli intonava inni celestiali.

E insomma... mi emoziono perché il mio cucciolo fa pipì al parco. 
Se non miglioro entro un mese siete tutti autorizzati a chiamare la neuro.


venerdì 19 agosto 2011

Una bruttissima avventura.


Eccomi a raccontare un'esperienza davvero terribile.
Settimana scorsa (venerdì) abbiamo portato Argo a fare il richiamo vaccinale.
Brevissima visita, punturina e via, Argo può scendere dal tavolo e girare tranquillo per la stanza mentre la veterinaria compila il libretto.
Abbiamo quasi finito quando... il cucciolotto inizia a fare pupù. Strano, visto che nei posti chiusi non l'ha mai fatta. Barcolla un po', si sposta e inizia a fare pipì. Io e mio padre iniziamo a guardarci un po' straniti e subito mi abbasso per spostare Argo prima che si sieda sul pavimento sporco. Faccio appena in tempo a prenderlo per il collare che le zampe davanti cedono e il piccolino cade a terra.
Un collasso, così ci dice la veterinaria che subito gli somministra del cortisone.
Lo rimette sul tavolo e aspettiamo invano che si riprenda. Continua a sbavare e a non reagire agli stimoli. Inutile dire che ero a un passo dalle lacrime.
Mentre stiamo lì col cuore in gola, la dottoressa (che un po' s'è spaventata) si mette a dire che lei sapeva che quel vaccino aveva già creato problemi e l'aveva fatto già presente anche alla casa farmaceutica, che però aveva assicurato che per i cuccioli di grossa taglia non c'erano problemi.
Ci chiede di lasciare Argo (che nel frattempo stava un pochino meglio) in osservazione per un'oretta.
Io e mio padre usciamo e, pian piano, iniziamo a renderci conto di quello che è successo. E delle parole che la veterinaria s'è lasciata sfuggire. Ha praticamente ammesso di aver usato un vaccino potenzialmente pericoloso su Argo. Passato un po' lo spavento, la paura lascia spazio alla rabbia.

Torniamo dopo un'ora e Argo sta meravigliosamente, ci accoglie tutto scondinzolante. Nonostante sia ancora un po' scossa, inizio a parlare con la veterinaria dell'accaduto, facendole presente quanto da lei detto.
Naturalmente lei nega tutto, dalla prima all'ultima parola e prende a raccontare che una reazione allergica può essere scatenata da qualsiasi vaccino. Le dico che lo so perfettamente, ma rimane il fatto che usare un vaccino che ha già dimostrato di essere potenzialmente pericoloso rivela un bel po' di negligenza. La cosa "divertente" è che prova anche a far passare noi dalla parte del torto dicendo che il cane era "mogio mogio" quando è entrato in clinica (facendo riferimento al fatto che Argo è un po' timido e pigrone e non è solito sperticarsi in feste, soprattutto con gli sconosciuti). Inutile descrivere la mia reazione a questo punto.

Fatto sta che le faccio presente che la riterrò personalmente responsabile di eventuali problemi di salute presentati dal cucciolo a seguito di quanto appena avvenuto e, dopo aver pagato (35 euro per un vaccino potenzialmente pericoloso che ha fatto collassare Argo), ce ne andiamo.

Il giorno dopo, complice il mio fidanzato, contattiamo alcuni suoi amici laureati in veterinaria e viene fuori che:

1) quel genio del mio veterinario ha modificato la marca del vaccino rispetto al primo che era stato fatto (dal veterinario dei genitori di Argo e che, come ci siamo premurati di accertare, non ha provocato nessuna reazione allergica), cosa che si fa al massimo quando cambi "malattia contro cui vaccinare", ma non quando stai facendo un richiamo;

2) il vaccino scelto rappresenta un farmaco generico (che lui comunque, volendo esser venali, ci ha fatto pagare quanto un non generico).

Ora il piccolo sta bene. Ovviamente cambieremo veterinario.

Non ho parole.

mercoledì 10 agosto 2011

Qualcuno, oggi, mi ha svegliata alle 6.30...

Ore 6.30. Mi alzo per andare in bagno. Al piano inferiore (ho la camera in mansarda) tutto tace. La belva dorme. Bene.
Con passo felpato raggiungo il bagno. Ruoto la maniglia con tutta la dolcezza di cui sono capace.
Shhh.
Entro in bagno. Faccio quel che devo (vi risparmio la cronaca minuto per minuto di questa fase).
Il silenzio regna sovrano.
Tutta soddisfatta riapro la porta, già pronta ad esibirmi in un tuffo doppio carpiato con avvitamento verso il letto per godermi ancora un paio di orette di sonno, che dopotutto è pur sempre agosto.
Vana speranza.
Ai miei piedi, tutto scodinzolante, c'è lui: Argo.

Eccolo in tutto il suo splendore con tanto di orecchie dritte (!!!):


E niente, non sono più riuscita a dormire, visto che al mattino è come una molla.
Tempo di fare colazione, due coccole e mini passeggiata attorno all'isolato (deve finire i vaccini ed è meglio non andare in luoghi frequentati da altri cani, per ora).

L'addestramento in questi giorni va un po' a rilento, stiamo migliorando "vieni" e "resta" e cercando di imparare il "terra" e il "lascia", quest'ultimo con scarsissimi risultati visto che:

1) Il film "Hachiko" dice il vero: come accennavo nel post precedente, un akita la pallina te la riporta solo se gli va; se poi ti aspetti che te la lasci una volta che ha fatto lo sforzo di andarla a prendere sei un povero illuso.
2) Argo è un piccolo aspirapolvere: dove passa lui non rimane nulla. Terra, sassolini, polvere, formiche (soprattutto formiche) e milioni di altre cose che voi umani non potete neppure immaginare.

E' soprattutto a causa del punto 2) che mi preme insegnargli a "lasciare", in modo da avere almeno un minimo di controllo sul contenuto della sua bocca.

Oggi, poi, siamo di fronte a una nuova sfida: rimanere solo in giardino. Attualmente i miei sono in vacanza e io non devo frequentare l'università, ma dalla fine di agosto Argo dovrà rimanere inevitabilmente qualche ora da solo e preferiremmo lasciarlo in giardino.
Dovrà rimanere fuori da solo almeno mezzora da ora. E io dovrò resistere ad eventuali pianti e ululati senza accorrere in suo soccorso. Ardua impresa, visto che chiunque abbia avuto a che fare con un cucciolo sa perfettamente che quando ci si mettono sanno strapparti il cuore a forza di occhioni e guaiti.
Per ora, comunque, tutto tace (le ultime parole famose?).
Ogni tanto mi affaccio alla finestra per controllare che non si addormenti sotto al sole (che se dorme non lo svegliano nemmeno le cannonate, altro che cane da guardia), e vediamo un po' come va.

Vi farò sapere! Alla prossima!

giovedì 4 agosto 2011

E' arrivato Argo. I primi giorni insieme.


Lui, il botolo rosso e bianco che vedete in foto, è Argo. E' un Akita (anche detto Akita Inu, ma "inu" in giapponese significa "cane", quindi se lo chiamate così si offende che è permaloso).
Molti di voi conosceranno questa razza grazie al film "Hachiko", alcuni per puro caso, altri perché sono cinofili appassionati, altri ancora non ne avranno mai sentito parlare in vita loro. Non fa niente, c'è sempre una prima volta e magari, nei post seguenti, approfondiremo con un po' di storia. Per ora ci preme solo fare le presentazioni.

Dicevamo, dunque, lui è Argo, io sono Valentina. Argo è arrivato a casa (vivo con i miei genitori) sabato scorso e da allora qui sono cambiate moltissime cose.
Abbiamo stabilito orari fissi per la pappa (6.00 - 14.00 - 22.00), dobbiamo spazzolarlo, pulirlo, fare brevi esercizi, giocare insieme e fare taaante coccole.
Lui è particolare (anche io, ma il blog è dedicato ad Argo, quindi per questa volta metterò da parte la mia spiccata vena di protagonismo u_u). O meglio: gli Akita sono particolari.
Anzitutto è testardo. Ma tanto. Ed è stoico: non ha pianto quando i miei l'hanno portato a casa, non si è mai lagnato, piagnucola solo un pochino quando mio padre si allontana, visto che l'ha scelto come capobranco (ma ci stiamo lavorando e ora non si lamenta praticamente più, visto che riconosce come capobranco anche me).
Ma più di ogni altra cosa, ribadisco, è testardo. 

Capisce tutto, sia chiaro. E' intelligentissimo. Ha imparato "seduto", "vieni", "resta", "vai" in meno di un giorno (e mi dicono che con questa razza posso considerarmi una miracolata) e ormai fa tutto senza bisogno di premietti, gli basta la nostra approvazione. Però ti obbedisce solo se in quel momento il suo volere coincide col tuo e solo se si fida.
La pallina te la riporta se gli va (di solito quando non hai tempo di stargli dietro), il resto delle volte ti osserva mentre la lanci, si lascia cadere per terra con leggadria estrema (poff!) e ti osserva con fare sconsolato mentre negli occhioni neri scorrono le seguenti parole: perché sono stato così sfigato da trovare un padrone che non sa nemmeno raccogliersi da solo una stupida pallina? Perché??? E, per concludere in bellezza, sospira. Affranto.
E' un gran ruffiano, soprattutto con mia madre (corre da lei se io o mio padre lo sgridiamo) ed è pigro.
Ma proprio pigrissimo! Ha bisogno di stimoli sempre nuovi. Dorme circa 12 ore al giorno e, quando cerchi di svegliarlo per convincerlo almeno a fare pipì, sospira e ti segue sconsolato. Della serie guarda che mi tocca fare.
A meno che tu non abbia tra le mani un biscottino. O non agiti la ciotola piena di crocche. O non gli sventoli davanti un pezzetto di parmigiano.
In questi casi ti seguirebbe anche in capo al mondo.

Cercherò di fare di questo blog un piccolo diario della nostra avventura insieme e di parlare, al contempo, di questa splendida razza e delle difficoltà di tutti i giorni incontrati da un neofita alle prese col suo primo cucciolo.

Per il momento, buon w.e.!

A presto,

Vali e Argo